Traditi sottomessi invasi by Antonio Socci

Traditi sottomessi invasi by Antonio Socci

autore:Antonio Socci [Socci, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2017-07-14T22:00:00+00:00


201Paolo VI, enciclica Populorum Progressio, n. 26, 26 marzo 1967.

202Karl Marx, Il Capitale, II, 1.

203Cit. in Luciano Gallino, Il colpo di Stato di banche e governi, Einaudi, Torino 2013, p. 1.

204Daniele Della Bona, 1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia. Come nacque la dittatura dei mercati finanziari, MABED - Edizioni Sì, 2014, posizioni Kindle 809-812.

205Notava Alberto Bagnai nel 2012 che «la Banca d’Italia smise di fare allora quello che ora vorremmo che la Banca centrale europea cominciasse a fare. In questa follia c’è ovviamente del metodo» (Il tramonto dell’euro, Imprimatur, Reggio Emilia 2012, p. 16). In seguito la Bce di Mario Draghi si è mossa proprio in questa direzione, ma è singolare che gli stessi economisti, politici e giornalisti che applaudono la mossa della Bce abbiano approvato e continuino a elogiare il divorzio Bankitalia/Tesoro del 1981.

206Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, cit., p. 16.

207Marco Fortis, Perché il debito italiano è sostenibile, «Il Sole 24 Ore», 13 maggio 2016, http://bit.ly/2gzksEi.

208A dire il vero nel 2012 furono 84,06, nel 2013 furono 77,94, nel 2014 furono 75,18. Vittorio Carlini, Cinque miliardi di interessi in meno nel 2005, «Il Sole 24 Ore», 30 settembre 2015, http://bit.ly/2AUdfgp.

209Infatti – spiega Alberto Bagnai – «con il Trattato di Maastricht il divorzio fra Tesoro e Banca Centrale diventa un pilastro della costruzione europea» (Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, cit., p. 215).

210Si veda al sito http://bit.ly/2iVTyO2.

211Daniele Della Bona, 1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia: Come nacque la dittatura dei mercati finanziari, cit., posizioni Kindle 1017-1018.

212Cit. in Gianluigi Paragone, Gangbank, cit., p. 108.

213Fa parte di questa storia anche l’episodio dell’uscita forzata dell’Italia dallo Sme nel 1992, in cui – come scrive con parole molto dure Della Bona – «un primo vincitore fu senz’altro la finanza speculativa, che stando alle ricostruzioni postume intascò dall’uscita forzata dallo Sme dell’Italia qualcosa come 48 miliardi di dollari nel giro di pochi giorni, per la […] decisione di difendere la parità di cambio a oltranza, portata avanti dal governo Amato e dal governatore della Banca d’Italia Ciampi. […] Fra i vinti, c’era evidentemente lo Stato, il cui ruolo di attore attivo nell’economia italiana e nello sviluppo dello stato sociale, sancito dallo stesso mandato costituzionale, veniva inevitabilmente intaccato e limitato, prima dallo Sme e in seguito dai vincoli imposti dal divorzio, da Maastricht e dall’euro». Daniele Della Bona, 1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia: Come nacque la dittatura dei mercati finanziari, cit., posizioni Kindle 778-782.

214Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, cit.; Alain Parguez, L’unione monetaria europea: storia segreta di una tragedia, Edizioni sì-Edizioni Andromeda, Roma-Cesena 2014; Daniele Della Bona, 1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia: Come nacque la dittatura dei mercati finanziari, cit.

215Nino Andreatta, Il divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari, «Il Sole 24 Ore», 26 luglio 1991, http://bit.ly/2cLDN7q.

216Il 12 dicembre 1978 Giulio Andreotti, premier di un governo che aveva il Pci nella maggioranza, annunciò l’ingresso nello Sme dal 1° gennaio 1979. Non è ancora chiaro il motivo di questa decisione improvvisa che rovesciava la precedente posizione



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